La popolazione coinvolta nel progetto appartiene a dodici comunità del Municipio di Totora e una del Municipio di Aiquile nella Provioncia Campero, Dipartimento di Cochabamba (Bolivia). Le famiglie di queste comunità usano l’acqua di piccoli invasi (lagune) che non soddisfano neppure il 10% delle necessità. A causa delle ricorrenti siccità in questi ultimi anni si sono seccate numerose falde acquifere. Questo aumenta la difficoltà per il recupero di acqua per il consumo umano, ma anche per gli animali ed è causa della perdita del 30% degli allevamenti ogni anno. Le famiglie di queste comunità usano l’acqua di piccoli invasi (lagune) che non soddisfano neppure il 10% delle necessità. Di queste riserve viene consumata acqua per le persone, per gli animali e per l’agricoltura. Purtroppo però parte delle famiglie non ha neppure questa possibilità: le comunità campesine sono formate da gruppi di case molto distanti tra di loro, perciò per avere accesso all’acqua è necessario percorrere grandi distanze. Il consumo d’acqua delle riserve ha causato inoltre il proliferarsi di malattie a bambini e adulti. Nella zona non è assolutamente possibile scavare pozzi artesiani o costruire acquedotti.
A causa delle ricorrenti siccità in questi ultimi anni si sono seccate numerose falde acquifere. Questo aumenta la difficoltà per il recupero di acqua per il consumo umano e perdita del 30% degli allevamenti ogni anno.La mancanza di acqua a scopo irriguo permette la coltivazione di prodotti agricoli solo nel tempo delle piogge che va da novembre a marzo, principalmente mais e frumento.Attualmente poche famiglie usufruiscono di un sistema di acqua potabile, che serve per il consumo alimentare e per la pulizia personale. In queste condizioni di vita la salute degli abitanti è molto precaria e esiste un’alta percentuale di bambini, donne e uomini che si ammalano a causa del consumo di acqua contaminata.In alcuni casi viene fatto un rifornimento di acqua potabile, dove le condizioni stradali lo permettono, tramite cisterne che trasportano occasionalmente l’acqua dalle zone dove esistono gli acquedotti e la depositano in contenitori non igienicamente adeguati (bidoni e taniche), in misura insufficiente per le necessità familiari e con costi molto elevati.
L’unica alternativa che può far fronte a questa necessità è la costruzione di cisterne, chiamate “aljibes” per recuperare l’acqua dai tetti delle abitazioni nel periodo delle piogge. Per poter realizzare questo le case devono avere un tetto coperto con tegole o onduline zincate dalle quali l’acqua scende chiara e pulita, dopo la prima pioggia. Nei casi dove non esiste questa possibilità si recupererà l’acqua che durante le piogge scorre in piccoli ruscelli.
Il progetto prevedeva inizialmente la costruzione di 200 cisterne della capacità di 14.000,00 litri. Grazie al finanziamento della Regione Trentino Alto Adige, del Comune di Trento, della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine e di tante donazioni da privati e aziende il progetto è iniziato nel 2010 e durerà per tutto l’anno 2016. Finora si è superato il numero previsto di cisterne ma la necessità è ancora grande, poichè sempre più famiglie chiedono di essere aiutate.
Ogni cisterna costa circa Euro 1000,00.
Cliccando sul questo link potrete visualizzare un video della testimonianza del progetto
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