Matteo e Giovanni

Testimonianza di Matteo e Giovanni

Premetto che non è facile riassumere in poche righe quella che è la nostra esperienza in questo incredibile Paese che è il Perù.

La prima difficoltà con cui ci siamo scontrati è stata senza dubbio la lingua, non avendola mai studiata. Si dice che lo spagnolo assomigli molto all’italiano, ma qua la maggior parte delle persone parlano (male) uno spagnolo in cui, oltretutto, abbondano parole di gergo. Al di là di questo primo scoglio linguistico, possiamo dire che la nostra avventura, fino a questo punto, si sia articolata in due momenti differenti. Il primo, da Ottobre a inizio Gennaio, si è caratterizzato per una nostra particolare attenzione all’ambiente in cui ci trovavamo a dover vivere e alle differenze sostanziali con Trento e l’Italia: ci riferiamo al caos che regna in Lima, alle polverose e sporche strade di Huaycan, alle baracche che colorano i cerros qua attorno al Colegio, ai cani che cercano di morderti le caviglie, alla musica sparata a tutto volume nel cuore della notte. Potremmo continuare questa nostra lista di “piccole” differenze ma rischieremo di dilungarci troppo. È vero, a prima vista queste osservazioni possono sembrar assumere uno sguardo negativo riguardo questo Mondo; così, per non dover catalogare in cose positive e negative (come non vorremmo che fosse), ricordiamo che a colpirci molto sono stati anche: l’incredibile ricchezza della frutta, la cordialità della gente, le sostanziali differenze di costumi tra la gente della costa della sierra e della selva, il pieno regime con cui funzionano quotidianamente i mercati e gli incredibili paesaggi del Perù, di cui abbiamo potuto approfittare durante il nostro viaggio nel nord.

Il secondo momento, anche se più breve, si è rivelato essere molto più intenso dal punto di vista dei legami e degli approcci con la gente della realtà in cui viviamo. Sempre più padroni della lingua e con il colegio chiuso, ci siamo spinti a conoscere diverse realtà di Huaycan e questo ci ha permesso di stringere nuove amicizie e di conoscere più da vicino le persone. Le baracche che inizialmente guardavamo con diffidenza si sono trasformate in famiglie con cui condividere esperienze al di fuori del contesto scolastico cui eravamo abituati. La nostra gioia più grande è stata riuscire ad entrare a far parte della vita comune delle persone guadagnandoci così la loro confidenza e fiducia.

Matteo e Giovanni