BURUNDI: un po’ di storia

Fr. Giacomo Massa, è stato il frate che nel 1973, per mandato dell’allora Provincia di Genova, aveva dato inizio alla presenza francescana laggiù.

E così egli ci scrive: “Io, vi racconto come avvenne l’inizio del nostro impegno in Burundi. Fu il Vescovo Mons. Ruhuna che ci presentò la condizione di abbandono penoso in cui si trovava un gruppo di un’ottantina di famiglie malate di lebbra, con numerosi bambini che finivano con l’ereditare la lebbra dai loro genitori. Mons. Ruhuna ci disse: “Il vostro Padre, San Francesco, si è convertito a Cristo incontrandoLo per strada, nella per-sona di un lebbroso. Nel Testamento, poi, i lebbrosi li ha lasciati a voi come sua eredità. Dunque, dovete venire”.
Fu così che noi dicemmo di sì a Mons. Ruhuna. Era soprattutto per evitare che il contagio della lebbra si trasmettesse tragicamente dai genitori ai loro bambini. Siamo andati. E siamo rimasti. Anche quando si sono scatenate le difficoltà più dure. Quando ci hanno cacciati via, abbiamo risposto adottando strategie diverse per rimanere.
Siamo rimasti anche quando la guerra intestina ha riversato nel nostro Villaggio più di mille rifugiati, da mantenere di giorno e di notte. Siamo rimasti insieme ai bambini contagiati dalla lebbra. Abbiamo assunto via via i bambini orfani della guerra civile, tra le tre etnie; i disabili, quelli abbandonati e scaricati fuori delle capanne come immondizia; quelli destinati alla morte, con la loro madre, nel momento stesso della loro nascita.
Ora la Provincia manda te, fr. Giovanni, e te, fr. Ivan. Vi manda e vi affida questa realtà di sofferenze. Assumetela con amore e con gioia, sempre. Con voi veniamo in Burundi anche noi. Vengo anch’io, non più col mio corpo ormai invecchiato e impotente, ma col cuore. Anzi, con il cuore non sono mai venuto via dal Villaggio San Francesco; nemmeno quando, nel 2017, quelle realtà le ho dovuto consegnare al Signore. Così ora sono sicuro che esse abitano nel cuore di Dio. E chiedo a voi che partite: assumetele con amore, nel nome del Signore e di tutti noi. Come quella ragazzina che portava sulle spalle un peso, lungo una strada polverosa, nonostante la stanchezza. E quando un uomo bianco, con la sua logica del profitto, le disse, “bambina, non è troppo pesante per te quel fardello?” la bambina rispose: “ma non è per me un fardello, è mio fratello”.

fr. Giacomo Massa


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